Vado a letto che è già l’una di notte. Le due settimane di lavoro ad Ibiza e Formentera sono terminate e dopo un breve break a Palma eccoci in navigazione verso la Corsica, Calvi.
Non capisco perchè ma siamo stanchi, tutti stanchi. Facciamo un turno di una sola ora ma ogni tre ore. Il mio corpo, non so perchè, a questo ritmo non si abitua. Alle 4 meno un quarto suona la seglia. Apro gli occhi e passo quella frazione di secondo in cui non so dove sono. Dopo due colpi di ciglia riesco a mettere a fuoco. Vado a tentoni in cucina per farmi un te. I 15 minuti prima del turno li passo imbambolata davanti la tazza.
Indosso maglione giacca e giubotto salvagente. Faccio il tutto con movimenti meccanici senza che il mio cervello faccia lavorare neanche una sinapsi. Chiudendo il giubotto sento che mi sta un po’ attillato…
Esco e c’è Victor, il giovane marinaio. Non riesco a mettere un piede dietro l’altro. Lui se ne accorge. Mi parla offrendomi una sigaretta. I miei occhi sono aperti ma le mie ciglia continuano a battere per togliere lo strato di sonno. Fumo e ascolto Vic. Parlando piano piano il marinaio riesce a svegliarmi. Mi alzo mi sgranchisco.. ringrazio per non avermi mollata prima e mi metto in postazione.
Durante tutta la giornata e la prima parte della notte non abbiamo incontrato nessuno. L’Ais non fa vedere neanche una barca nei dintorni. Anche il radar è silenzioso.
Mi siedo guardando il mare davanti me. Percepisco che il cuore fa un battit strano… mi sento come soffocare. Penso alla sigaretta fumata. Penso a quanto fumo in barca se con me ci sono fumatori. Troppe!
Gonfio i polmoni più che posso. Ingerisco affamata, aria pura e fresca. La sensazione persiste.
Decido di aprire un po’ la cerniera della giacca. Appena trovo la zip la mano tocca il giubotto. A si… ho il giubotto. Un impulso elettrico finalmente parte nel cervello che si riattiva totalmente. Le mani scendono veloci sulla stringa del torace. Agguanto le due linguette laterali e allargo drasticamente la morsa. Mente la fibbia scorre lasciano scivolare la fettuccia, i polmoni reagiscono istintivamente per incamerare maggiore aria.
Respiro profondamente! Per un baleno avevo pensato al mio cuore ballerino in pericolo e ora rido pigliandomi in giro.
Non mi era capitato mai di essere completamente spenta. C’è sempre una prima volta per tutto!
Belle righe di chi sà raccontarsi perché navigare è anche questo.
Grazie Giovanni
Bella foto che racconta tante cose…
Molto reale il racconto che, con le tue parole, assume sfumature intime e suggestive. 🙂
Grazie, mi fai arrossire pensando in realtà quanto intimi alle volte siano i miei racconti