Seduta in terrazza inizia la lunga attesa. Nulla è mai certo quando si tratta di uffici o ospedali pubblici. Quello che dicono è solo un “le faremo sapere noi”. “si ma quando? Oggi è venerdì, c’è la possibilità che mi chiamiate nel fine settimana o devo aspettare lunedì?”
Rimango per l’ennesima volta sospesa. Già il venerdì sembra non finire, ma il sabato…uffa come è lungo. Un giorno senza fine! Non lascio mai il telefono. Domenica mi lascio andare ad una lunga doccia. Esco che mi sento leggermente più viva. Quando torno al telefono trovo una chiamata persa. Panico! E ora? Tento tutto il giorno a richiamare il numero. Nessuna risposta. Frustrata come non mai, per aver fatto una semplice doccia ora dovrò aspettare chissà quanto. Aiuto quando finisce questo incubo?
Finalmente lunedì mattina una signora disponile mi lascia il numero di telefono dove posso chiamare per sapere i miei risultati.
Il cuore batte forte. “si signora abbiamo i suoi risultati. È negativa sia al tampone che al sangue. Questo significa che forse non ha sviluppato gli anticorpi quindi ora deve stare ancora più attenta!” lo scopo di queste semplici parole mi sembra chiaramente terroristico.
“mi scusi ma visto che il mio corpo non ha sviluppato nessun anticorpo questo potrebbe anche significare che lo scorso tampone ha dato un falso risultato positivo vero?”
Decisamente un po’ annoiata, visto che sta parlando con una persona che non è pecora, si gira stizzita e afferma che si la probabilità che sia stato un falso positivo è estremamente alta.
Esco tremando. Volo a casa. L’emozione è così forte che non so se sto tremando per rabbia o per improvvisa liberazione. In questo momento non sarei neanche in grado di guidare.
Il resto del giorno lo passo in casa. Elaboro, cerco di digerire il masso ingurgitato 14 giorni fa. Dopo qualche ora la mia amica mi chiama dicendomi che il regatante che prese il taxi con me ha fatto nel giro di 15 giorni 4 test. I primi due negativi (il secondo lo fece per controllare di essere negativo dopo il nostro passaggio comune in taxi). Gli ultimi due fatti nel giro di 24 ore, il primo positivo e il secondo negativo. Quest’ultimo lo ha fatto perché ora consapevole che i tamponi sono una vera e propria farsa.
Sento che questi giorni mi hanno cambiata profondamente. Il sentirmi libera è ormai ridimensionato al volere di uno stato padrone, che decide sulla mia vita in base ad un esame non accurato. Il sentirsi rigettata, allontanata, considerata non più una malata ma una untrice. In questi brevissimi 8 mesi la nostra realtà è cambiata, la nostra concezione della malattia è cambiata, la nostra visione dell’altro è cambiata, ma soprattutto la nostra libertà è cambiata. Oggi non serve più fare un delitto o un reato per essere imprigionati, oggi basta avere il risultato di un test poco affidabile perché possano decidere della tua vita e della tua libertà.